Nell’occasione dell’80a Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA80), attualmente in corso a New York, alcuni attivisti per i diritti degli uomini stanno esortando i leader mondiali ad affrontare una palese lacuna nel quadro delle strutture sovranazionali dedicate alla tutela dei diritti umani e dell’uguaglianza: ancora non esiste un’agenzia delle Nazioni Unite che si occupi della tutela dei diritti e delle necessità di uomini e ragazzi. Halima Layeni, Executive Director della Life After Abuse Foundation (LAAF), ha chiesto la creazione di UNMen, la controparte maschile di UNWomen. «Ogni anno, miliardi di dollari vengono destinati a programmi dedicati a donne e ragazze. Intere agenzie esistono per promuovere il loro progresso», ha affermato. «Eppure non esiste UNMen. Nessuna istituzione, nessuna agenzia e nessun riconoscimento strutturale è dedicato alle sfide specifiche che uomini e ragazzi si trovano ad affrontare».
Le dichiarazioni di Layeni arrivano in una fase in cui la condizione maschile desta crescente preoccupazione. A livello globale, gli uomini hanno un’aspettativa di vita inferiore di cinque anni rispetto alle donne e sono a rischio quasi tre volte più elevato di morire per suicidio. In molti Paesi, tra cui il Regno Unito, i ragazzi ottengono risultati inferiori alle ragazze a tutti i livelli dell’istruzione (ne avevamo parlato anche noi ad esempio qui e qui). I legislatori hanno definito «nascosto in bella vista» il divario di genere a sfavore dei ragazzi nell’educazione. Un recente articolo del Bollettino dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha confermato che «la salute degli uomini è stata ampiamente ignorata dalle agenzie sanitarie internazionali, dai finanziatori e dai programmi nazionali», descrivendo questa tendenza come «negligenza sistematica». Layeni ha anche sottolineato l’ironia del fatto che gli uomini, coloro che producono la maggior parte delle risorse impiegate nello sviluppo globale, sono sistematicamente esclusi dai suoi benefici.
Diciassette giornate dedicate alle donne, nessuna agli uomini.
Questa disparità si riflette anche nel calendario delle Nazioni Unite. Mentre sono almeno diciassette le giornate ufficialmente dedicate dall’ONU, a vario titolo, a donne e ragazze, non esiste neanche una giornata internazionale dedicata agli uomini. Il 19 novembre è ormai ampiamente celebrato “dal basso” come Giornata Internazionale dell’Uomo, ma le Nazioni Unite celebrano invece ufficialmente la Giornata Mondiale del Bagno (World Toilet’s Day) in quella data. Settembre è il mese della prevenzione del suicidio, eppure l’ONU non ha alcuna iniziativa di punta per affrontare il fenomeno del suicidio maschile, nonostante in molti paesi sia proprio il suicidio la principale causa di morte per gli uomini sotto i 50 anni. «Movimenti come Movember hanno fatto di più, rispetto alle stesse Nazioni Unite, per mettere in luce questa crisi della salute maschile», ha osservato Layeni.
L’International Council for Men and Boys (ICMB) segnala costantemente da tempo la necessità di un approccio globale al problema della “parità di genere” che includa le difficoltà e le esigenze di entrambi i sessi. Se si considera l’evidenza ormai schiacciante sulla condizione maschile, che emerge da una mole sempre crescente di dati rilevati da governi, autorità sanitarie internazionali e inchieste governative, la richiesta di istituire UNMen non è più meramente simbolica: è un’esigenza strutturale, strategica e urgente. Il “Consiglio Internazionale per Uomini e Ragazzi” è un’organizzazione non governativa che si impegna a celebrare il contributo degli uomini alla società e a porre fine alle “12 aree di disparità” – tra le quali: istruzione, salute, diritto di famiglia, false accuse, violenza nella coppia, diritti riproduttivi, trattamento da parte dei media – che colpiscono uomini e ragazzi in tutto il mondo. Raggiungere l’obiettivo della “parità di genere per gli uomini”, #GenderEqualityForMen, andrà certamente a beneficio anche delle donne.