«Dei trentuno stregoni segnalati negli atti, ben venticinque provenivano da Zugarramurdi e Urdax. Si trattava di donne e uomini… furono processati diversi stregoni di Navarra e Guipúzcoa, zone a cui si era estesa la persecuzione degli stregoni originata sul lato francese dei Pirenei… bruciarono i primi stregoni durante l’autodafé del 7 novembre 1610… la persecuzione degli stregoni iniziata nell’autunno del 1609… La caccia agli stregoni nelle Cinco Villas… dei quindici stregoni che Valle mandò al tribunale nel settembre del 1609, sappiamo solo che sei erano maschi e nove femmine… i nostri ultimi stregoni: uomini e donne infelici (gli stregoni non sono sempre donne)… », ecco alcuni estratti illustrativi dell’uso del termine “stregone” per raccontare la caccia alla stregoneria in Spagna, tratti dal libro The Witches’ Advocate (L’avvocato delle streghe), pubblicato nel 1983 dallo storico Gustav Henningsen – l’avvocato del titolo sarebbe l’inquisitore spagnolo Alonso de Salazar Frías (1564-1636), noto sacerdote critico e scettico della caccia alla stregoneria. Nella prima edizione in spagnolo di 1983, la prefazione inizia così: «“Qui avemmo uno stregone. Si chiamava N.”, mi confidò una venditrice…». Già dalla prefazione, il termine “stregone” regna sovrano lungo tutto il libro. Perché allora intitolare il libro “L’avvocato delle streghe”, come se l’argomento non riguardasse anche gli stregoni, cioè gli uomini? Qualcuno potrebbe obiettare che gli estratti da me riportati illustrano soltanto l’uso eccessivo e sbagliato del termine “stregone” da parte dell’autore, in quanto probabilmente i testi storici originali menzionano invece unicamente il termine “streghe”. Nulla di più sbagliato.
Il termine “stregone” regna sovrano anche nei testi originali riportati sul libro; il protagonista, l’inquisitore Alonso de Salazar, adopera unicamente questo termine. Ecco alcuni esempi illustrativi: « Abbiamo visto quanto disposto e ordinato da Vostra Signoria in simili casi di setta di stregoni… ; …chiedendoci di inviare i nomi degli stregoni e delle streghe fuggitivi…; …sette piccoli processi di atti comprovati delle cose che questi stregoni hanno confessato…; …se non persuadono gli stregoni, non diranno nulla; e con le persuasioni…; …gli inquisitori Becerra e Valle chiamavano gli scettici “la fazione degli stregoni”…; …bruciando almeno i maestri, verranno a confessare i discepoli, e con questo rigore resisteranno alle persuasioni e agli inganni del Demonio e dei maestri della sua diabolica setta …; …l’affare della setta degli stregoni…; …la maggior parte delle confessioni degli stregoni e tutto ciò che in esse e nella loro visita è contenuto sono sogni e fantasie … per meglio difendere gli stregoni…; Domanda 1. …udivano gli stregoni orologi delle torri, campane, cani o galli provenienti dai paesi e dalle cascine vicine? … La domanda numero 13 riguardava l’interrogatorio dei testimoni dei crimini perpetrati dagli stregoni. Nel caso in cui gli stregoni dichiarassero di aver assassinato bambini o adulti e di averne estratto il cuore per mangiarlo…».

Streghe o stregoni?
La convinzione che la caccia alla stregoneria fosse un fenomeno che colpiva tutti, uomini e donne (stregoni e streghe), e non soltanto donne (streghe), era una convinzione diffusa non soltanto tra gli addetti del settore, come dimostrano i summenzionati estratti originali dell’epoca, ma anche tra il popolo. Ecco un estratto della lettera scritta il 6 di novembre 1610 da un impiegato del tribunale di Logroño al tesoriere Pedro Gámiz, residente a Vitoria, sull’autodafé che avvenne nella città: «…il grande clamore suscitato dalle notizie secondo cui, in questo atto, sarebbe stata smascherata la pessima setta degli stregoni…». Gli addetti del settore denominavano i critici e gli scettici del settore «la fazione degli stregoni», il popolo denominava il fenomeno la «setta degli stregoni». Nessuno all’epoca della caccia alla stregoneria concepiva il fenomeno come qualcosa che riguardasse unicamente l’universo femminile né veniva definito sotto il termine esclusivo di “streghe”. Il fenomeno colpiva tutti, uomini e donne. Ecco un esempio: «Graciana de Barrenechea dichiarò davanti al Santo Uffizio di aver appreso l’arte malefica da sua madre, María de Telechea, e di aver istruito lei stessa le sue due figlie, María ed Estevanía; invece, la terza, anch’essa chiamata María e sposata con Juanes de Marigorre, non era una strega. Estevanía de Yriarte confessò di aver reso stregoni due dei suoi figli piccoli. Miguel de Goiburu dichiarò che era stata sua zia materna, Mari Juan de Otazarra, a iniziarlo a tale arte, mentre lui, da parte sua, aveva introdotto alla stregoneria suo figlio Juanes de Goiburu e suo nipote Juanes de Sansín». Uomini e donne.
In Spagna, «circa duemila stregoni, approssimativamente, furono esaminati nel corso del processo, dei quali trentuno furono condannati nell’autodafé… i cognomi degli imputati compaiono nella loro forma originale… i nomi di persona…». Infatti, spesso negli atti l’Inquisizione riportava i nomi e cognomi delle persone interrogate. Negli annessi del libro compaiono gli elenchi di 431 persone con i loro nomi sottoposte a procedimenti di stregoneria. Mi sono preso la briga di fare di persona un conteggio diviso per sesso: 296 (68,67%) donne e 135 (31,32%) uomini. La media degli uomini interessati dal fenomeno della stregoneria in Spagna è più alta della media storica totale, che si aggira intorno al 20% delle vittime. Il dato conferma, ancora con più forza, se ce ne fosse bisogno, il fatto che definire il fenomeno storico, che colpiva uomini e donne, caccia alle streghe invece che caccia alla stregoneria, non rispecchia la realtà storica e ha un motivo unicamente ideologico. Ripropongo la domanda: perché intitolare il libro “L’avvocato delle streghe”, quando lo stesso autore riconosce di continuo nel libro la consistente esistenza di vittime maschili? Perché “l’avvocato delle streghe” quando lo stesso Alonso de Salazar, “l’avvocato” del libro, parla sempre genericamente di “stregoni”? Come è stata possibile questa tramutazione da stregoni a streghe?
Ideologia e web.
Lo stesso libro offre alcuni esempi di questa manipolazione: «Conosciamo questo editto solo attraverso un esemplare stampato nel 1620… pubblicato con ogni probabilità dopo aver conosciuto la sentenza del Supremo nel grande caso delle streghe. L’editto inizia con il consueto saluto… e prosegue: “Poiché dalla prosecuzione e dalle cause che si sono verificate riguardo alla setta degli stregoni in questi ultimi anni in diverse parti di questo distretto…”». Meraviglioso, l’autore ha trasformato il testo originale, che parla di stregoni, in streghe! Un altro esempio: «…frate León de Araníbar, era stato nominato commissario inquisitoriale. Il 4 ottobre, l’abate scrisse al tribunale per comunicare che la situazione nella regione peggiorava di giorno in giorno, e che si vedeva quindi costretto a ricordare agli inquisitori la loro promessa di cercare una soluzione alla questione della stregoneria: “Il male è arrivato a tal punto che ormai non ci preoccupiamo più del fatto che vi siano stregoni (sebbene se ne scoprano in gran numero), quanto che si astengano dall’incantare e infettare altri, in particolare i bambini — è cosa da piangere lacrime di sangue vedere i loro genitori gridare al cielo chiedendo un rimedio!”. L’abate continuava descrivendo la disperazione della gente nel vedere che non potevano fare nulla per opporsi alle streghe». Ipermeraviglioso, di nuovo il concetto originale nel testo storico di stregoni è stato trasformato dall’autore in streghe.
Non stupisce se ChatGPT trasforma nelle traduzioni il termine stregone in strega. Anche dopo la mia ramanzina, ChatGPT ha continuato a farlo (una volta, per la verità). Se introducete il termine “brujos” (stregoni in spagnolo) in una qualsiasi frase in Google traduttore e chiedete la traduzione in italiano, lo traduce sistematicamente come streghe. Provare per crederci: “los brujos salen de noche”, risultato “le streghe escono di notte”. È normale che per Wikipedia «il sabba (o akelarre in basco) sarebbe stato un convegno di streghe in presenza del demonio», quando la realtà storica, tratta dal libro, spiega che «…la parola “aquelarre”, nel senso di “congrega di stregoni“, non esisteva in basco all’inizio del processo…». Stregoni tramutati in streghe. Oggi «il fenomeno si qualifica come un episodio storico che colpiva solo le donne, una credenza che oggi spopola, ma di origine molto recente. Per gli abitanti d’allora la stregoneria riguardava tutti senza distinzione di sesso, tanto nel ruolo di vittime quanto in quello di presunti stregoni. I testi e i proclami delle autorità civili ed ecclesiastiche, la Bibbia, le Bolle papali, i sermoni dei vescovi, i testi dell’Inquisizione, le testimonianze dei torturati o dei torturatori, non facevano distinzione di sesso. Nemmeno il famigerato Il Martello delle Streghe, opera scritta da due domenicani nel 1487 e mai adottato ufficialmente dalla Chiesa Cattolica, fa alcuna distinzione di sesso all’ora di descrivere il metodo di interrogazione, di tortura e di esecuzione della pena, ammettendo esplicitamente che entrambi i sessi possono essere accusati di stregoneria» (tratto dall’opera La grande menzogna del femminismo, p. 209).
Un’espressione divenuta archetipo.
La caccia alle streghe è riuscita a diventare un’espressione archetipica, culturalmente e storicamente l’unica riconoscibile che racchiude l’intero immaginario legato alla stregoneria e al patimento storico delle donne sotto il dominio del Patriarcato. Oggi è solito parlare di caccia alle streghe anche per fenomeni storici che colpiscono perlopiù vittime maschili, come avvenne nel maccartismo, periodo di forte repressione politica e persecuzione di individui sospettati di simpatie comuniste o di attività sovversive negli Stati Uniti negli anni ’50. Sotto questa caccia alle streghe molti personaggi pubblici, artisti, intellettuali e funzionari governativi, persero la reputazione, il lavoro e/o la libertà, quasi tutti uomini. Concludo come ho iniziato, perché intitolare un libro che parla genericamente di stregoneria “L’avvocato delle streghe”, come se l’argomento non riguardasse anche gli uomini? Il libro propone una panoramica storica molto interessante sul fenomeno della stregoneria e offre altri spunti di riflessione stimolanti da sviluppare nel prossimo intervento. Chiudo con una frase di Alonso de Salazar molto significativa, fonte di saggezza su tanti fronti: «Non ci furono stregoni né stregati in quel luogo fino a quando non si cominciò a parlarne e a scriverne». Né femminismo.