L’abbattimento dell’IVA sugli assorbenti è una richiesta motivata da esigenze oggettive: spendere dei soldi per una funzione fisiologica del proprio corpo è obbligatorio, quindi tale spesa dovrebbe essere detassata. Anche l’uso di carta igienica è obbligatorio – oltre che quotidiano, non si va in bagno ogni 28 giorni -, ma non ricordiamo battaglie epocali per detassare i rotoli che-non-finiscono-mai. Forse perché liberare gli intestini è bipartisan, riguarda tutti, mentre il Premiato Lamentificio Srl si attiva solo per i diritti femminili, reali o presunti. Tornando alla ragionevole richiesta di assorbenti tax-free, le perplessità riguardano i toni con i quali tale richiesta viene formulata: si entra a passo di carica nella sempreverde rubrica “dacci oggi la nostra lamentela quotidiana”. Discriminazione, argomento oscurato, argomento stigmatizzato, rompere il silenzio, rompere il tabù.
Dice questo articolo dice (corsivi nostri): «Il 28 maggio è la Giornata internazionale dell’igiene mestruale, un appuntamento di sensibilizzazione che cerca di rompere il silenzio e promuovere il ruolo fondamentale di una corretta igiene mestruale per permettere alle donne e alle adolescenti di sviluppare in pieno il loro potenziale. Per accendere i riflettori su un tema fondamentale come questo, il Comune di San Miniato e la Commissione pari opportunità hanno deciso di aderire alla campagna “Giustizia mestruale in Comune”, promossa da We World e dall’associazione Tocca a Noi, per rompere il tabù delle mestruazioni, spesso relegate alla sfera privata e ancora stigmatizzate».
Ah però! Il silenzio che bisognerebbe rompere è già stato non solo rotto ma addirittura sbriciolato attraverso campagne pubblicitarie sempre più esplicite, iniziate con donne che si cimentano in sport acrobatici dalla ginnastica ritmica ai lanci col paracadute, proseguite con l’ostentazione del sangue mestruale e di vulve da esibire in mille forme più o meno allusive, dalla frutta ai pupazzi animati stile muppets. Lines, Nuvenia, Lycia e Tampax sono i maggiori produttori, ma non gli unici, che investono in messaggi pubblicitari espliciti. Poi se ne parla periodicamente in TV, sulla stampa, nei convegni, nelle manifestazioni di piazza, in decine di testi dedicati all’argomento delle mestruazioni. Ma non basta, una nenia lamentosa continua a dire che bisogna rompere il silenzio perché di certi argomenti non si parla mai, su di essi regna un quasi totale silenzio. Ebbene, il silenzio eccolo qua: