Ad aprile, l’ex ricevitore della Louisiana State University, Kyren Lacy , 24 anni, è morto apparentemente suicida nella sua auto mentre era inseguito dalle autorità a Houston, secondo un rapporto pubblicato domenica dall’ufficio dello sceriffo della contea di Harrison in Texas. Lacy stava già affrontando accuse penali derivanti da un incidente stradale mortale in Louisiana lo scorso dicembre, che aveva offuscato le sue prospettive nella National Football League. La sua tragica morte mette in luce un fatto più ampio: gli uomini in crisi spesso rimangono invisibili nei dibattiti tradizionali sulla salute mentale. A livello globale, gli uomini affrontano una crisi sanitaria grave e spesso non affrontata. I tassi di suicidio maschile sono quasi tre volte superiori a quelli femminili: 14,7 ogni 100.000 abitanti per gli uomini contro 5,3 per le donne. Tuttavia, i programmi globali di salute mentale spesso escludono le esigenze e le circostanze specifiche degli uomini. Nonostante la crescente consapevolezza, ragazzi e uomini rimangono scarsamente assistiti dai servizi di salute mentale e in gran parte assenti dalle strategie internazionali.
I casi in cui stati fatti i seguenti sforzi per affrontare la salute mentale degli uomini si contano sulle dita di una mano. Nel Regno Unito, ad esempio, il dott. John Barry, coautore di The Palgrave Handbook of Male Psychology and Mental Health, ha sottolineato che i programmi di salute mentale devono essere adattati alle esigenze degli uomini, riconoscendo che la mascolinità, di per sé, non è il problema, ma ignorare le esigenze degli uomini lo è. In Nigeria, Ola Akinwe, fondatore del Boys Mentoring Advocacy Network (BMAN), ha lanciato la campagna “Peace Pledge for Boys” per sviluppare empatia, capacità di regolazione emotiva e di risoluzione dei conflitti. Guidando i ragazzi verso un dialogo rispettoso e una maggiore consapevolezza di sé, la campagna rafforza la resilienza e affronta i rischi precoci per la salute mentale, spesso trascurati negli sforzi globali.

Poche iniziative a livello globale.
Il Dott. Jamie Huysman di STAR Network sottolinea il trauma complesso che molti uomini affrontano a causa di rotture familiari, relazioni tossiche e stigma pubblico. I suoi programmi, come TAR Anon, forniscono un supporto vitale ai sopravvissuti ad abusi emotivi e dinamiche narcisistiche, soprattutto in seguito a casi di alto profilo che hanno messo a nudo la vulnerabilità maschile di fronte all’incredulità sociale. Nel frattempo, il lavoro di Tom Golden, in particolare The Way Men Heal, evidenzia che gli uomini spesso elaborano il dolore attraverso l’azione, la creatività e talvolta la solitudine – approcci che sono spesso invisibili o fraintesi. Golden esorta professionisti e persone care a riconoscere che il dolore maschile tende a essere “invisibile” alla maggior parte delle persone, spesso frainteso o trascurato, e che aspettarsi che gli uomini guariscano come le donne può portare a perdere opportunità di supporto.
Questo divario non si limita alla psicologia. Randy Flood, coautore di Mascupathy, descrive come la socializzazione maschile tradizionale possa portare a repressione emotiva, disfunzioni relazionali e avversione a cercare aiuto. Il suo lavoro offre percorsi concreti per curare questo “malessere della virilità americana” attraverso l’intelligenza emotiva e una connessione autentica. Anche nell’ambito della responsabilità, si notano progressi. Michael Clark, fondatore della Fondazione Ananias, lavora con uomini che hanno commesso violenza domestica e desiderano cambiare. Il suo approccio, basato sul trauma e sull’intelligenza emotiva, riflette un consenso crescente: agli uomini devono essere offerti sia la responsabilità che la redenzione nel percorso verso il benessere mentale.
Il Mese della Salute Maschile.
La Dott.ssa Gilda Carle, nel suo ultimo libro “Real Men Don’t Go Woke” , contestualizza questa crisi più ampia all’interno dei cambiamenti culturali che hanno delegittimato la mascolinità sana. Sostiene che gli uomini siano intrappolati tra ridicolo e aspettative, il che porta alla disperazione e al disimpegno. Il risultato cumulativo? Uomini e ragazzi sono in ritardo in 12 aree chiave a livello mondiale: dalla sanità e dall’istruzione ai servizi per la violenza domestica e ai rifugi per senzatetto. Questa realtà è misurata da strumenti come l’Indice di Base della Disuguaglianza di Genere, che rileva svantaggi per gli uomini in 91 paesi su 134. Eppure, finanziamenti e risposte politiche rimangono sproporzionatamente concentrati altrove. Giugno è tra l’altro il mese della Salute Maschile, dunque non resta che sollecitare l’adozione di strategie complete e inclusive per la salute mentale e la salute pubblica. I responsabili politici dovrebbero istituire consigli sanitari equilibrati dal punto di vista di genere, integrare le voci maschili nelle iniziative di risposta ai traumi e sviluppare servizi che riflettano le modalità uniche in cui gli uomini vivono crisi, conflitti e recupero.