La Fionda

QUANDO IL NOME DELL’AMORE MATERNO È “SOLDI”

L’influencer Ashley St. Clair, di 26 anni, afferma di aver avuto un bebè da Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo. La donna ha fatto causa a Elon Musk perché gli venga riconosciuta la sua paternità e per avere la custodia esclusiva del bambino. Elon Musk invece non sembra molto interessato alla faccenda, afferma di non sapere se il figlio è veramente suo ma di non essere contrario a fare il test di paternità, e di aver già versato ad Ashley 2,5 milioni di dollari oltre a spedire ogni anno 500.000 in più. Contrariata da queste informazioni, Ashley ha risposto che Musk non sta mantenendo lei, ma il suo bebè. A quanto pare questi soldi non bastano. Causa. Cosa non fa una madre per amore di suo figlio! Per me resta un rebus il motivo per il quale la madre fa causa per la custodia esclusiva, una custodia che ha già di fatto e nessuno contesta, visto che Musk non è interessato a crescere il figlio. L’unica spiegazione plausibile, per questa richiesta, è quella economica, la custodia esclusiva produce degli obblighi economici, che il padre è costretto per legge ad adempiere. In altre parole, la madre è mossa dai soldi. Malgrado le credenze e le speranze più radicate nell’essere umano, non sempre le madri sono guidate dall’amore materno, concetto oggigiorno altamente sopravvalutato, per alcune i figli sono semplicemente un investimento, frutto di un calcolo freddo e razionale. Molto spesso le normative offrono alle donne vantaggi interessanti se sono incinte o con figli minorenni, non possono essere sfrattate, o espatriate, o svolgere lavori pesanti o essere licenziate o essere recluse per pene detentive (a volte per le madri di minori sotto i 6 anni), ecc. Ad esempio, questa donna incinta in questa notizia, arrestata ed accusata di numerosi furti e reati, dovrebbe scontare 30 anni in cella ma non ha passato un giorno in galera per la sequenza di gravidanze avute in questi anni. Chissà come mai rimane sempre in stato interessante.

Tutti sappiamo dell’importanza conferita al fattore economico nelle cause di separazione. In questo ambito, i figli svolgono un ruolo di primo ordine. Per le donne i figli possono diventare una carta da giocare, un’arma o un investimento, uno strumento per arricchirsi. E questo è possibile perché, con la scusa della tutela e del benessere dei figli, il mondo occidentale ha creato un sistema normativo artificiale di sfruttamento economico dei padri a favore delle madri. Qualche mese fa in Brasile è avvenuto uno strano fenomeno sociale di vasta diffusione: c’è stato un aumento record di richieste di assegni alimentari nei confronti degli ex mariti (una crescita del 300%) dopo la trasmissione di una scena in TV di una telenovela di successo, “Vale tudo”, remake moderno della versione originale del 1988. Nella scena la protagonista, dopo otto anni dalla nascita (8!) del figlio, decide di richiedere l’assegno alimentare nei confronti del padre, con il quale aveva avuto all’epoca una relazione. La telenovela originale del 1988 non contemplava questa trama. Oggi, i tempi sono cambiati. È bastata questa semplice scena per aprire gli occhi a migliaia e migliaia di amorevoli madri brasiliane sull’importanza del ruolo “economico” paterno. Un obbligo, come già accennato previamente in altri interventi, che manda gli uomini in prigione se sono inadempienti – e regalano notizie insolite come quella del capocannoniere del mondiale di calcio, Enner Valencia, che per sfuggire all’arresto nel 2016 finse di essere infortunato sul terreno di calcio per essere portato via in ambulanza. In Brasile, il mantenimento del figlio è obbligatorio fino ai 24 anni, se sta studiando. I padri devono sborsare – anche quando non sanno di essere diventati genitore. Non solo in Brasile.

Elon Musk
Elon Musk

Sottrazioni a senso unico.

In Italia un figlio ha chiesto, e ottenuto, il risarcimento del danno dopo trentotto anni dalla nascita (38!). Per la Corte di Cassazione «non conta il tempo trascorso, non conta il fatto di non aver la certezza della paternità e non conta neppure il fatto che un figlio, pur raggiunta la maggiore età, non abbia mai mosso alcuna obiezione al presunto padre e abbia preferito aspettare così tanto tempo prima di “presentare il conto”, incolpando il genitore dei suoi fallimenti professionali e personali. Per la giurisprudenza, infatti, per essere condannati basta l’aver consumato rapporti sessuali all’epoca del concepimento e non conta quanto tempo sia passato. In questi casi, infatti, la prescrizione del risarcimento del danno (solitamente quinquennale) comincia a decorrere solo dopo la sentenza che abbia accolto la domanda di riconoscimento da parte del figlio; domanda che, a sua volta, non è soggetta ad alcun termine e può essere presentata anche dopo la morte del padre». Per questo motivo non sono insolite le richieste di riconoscimento di paternità di uomini deceduti, stranamente tutti o celebri o benestanti, con richiesta di danno agli eredi, da Bud Spencer a Salvador Dalì (da notare che questa richiesta è permessa solo nei confronti dei padri, non delle madri che hanno partorito  anonimamente e non hanno riconosciuto il figlio). Dunque, non importa se ancora vivo o già morto, al padre tocca sborsare anche quando, tenuto all’oscuro, non ha saputo né potuto fare il genitore. E qui, nelle separazioni, la beffa è doppia: molti padri sono costretti dalla legge a versare l’assegno alimentare senza poter crescere i figli, come invece vorrebbero fare. In altre parole, molte madri, che sottraggono i figli ai padri, non si fanno invece alcun problema morale a richiedere l’assegno alimentare. E incredibilmente i tribunali molto spesso li concedono. Per anni, molti di questi padri, malgrado non riescano a crescere i figli, pagano religiosamente la tassa imposta dal tribunale per non passare dalla parte del torto, nella speranza di una giustizia che non arriva o arriva troppo tardi.

La sottrazione dei figli è un fenomeno purtroppo diffuso. Per farci un’idea, in Spagna solo nel 2022 ci furono 1.339 procedimenti per sottrazione di minore da parte di un genitore (ogni procedimento può includere più di un bambino sottratto, ad esempio un genitore che sottrae i suoi tre figli). Nel 92% dei casi, il genitore che aveva sottratto il figlio era la madre. I casi conteggiati sono quelli segnalati, molte sottrazioni non vengono nemmeno denunciate, i procedimenti possono durare anni e sono molto onerosi economicamente. Ogni tanto, molto di rado, i media ci informano di qualche sottrazione. La maggior parte vive nell’anonimato. Una madre italiana sottrae il figlio al padre spagnolo Adrián Martínez, e lo porta in Italia. Dopo un anno circa i tribunali danno ragione al padre, ma per poter recuperare il figlio i tribunali fissano come condizione che il padre fornisca un alloggio alla ex e la mantenga. Si è mai visto che le vittime di un sequestro devano mantenere i sequestratori? Durante lunghi periodi, questi padri sono costretti a percorrere migliaia di chilometri, per recarsi a paesi stranieri, spesso di lingua estera che non conoscono, per poter passare soltanto qualche momento con i figli. L’argomento soldi è spesso in prima linea. Sean Felton, britannico, ha fatto finta di essere milionario su Facebook e soltanto così è riuscito a ritrovare il figlio rapito dall’ex moglie tailandese. Amore materno. Le sottrazioni non sono necessariamente internazionali. Ad esempio, in Spagna il caso di Javier Avellaneda, pur avendo le sentenze a suo favore, denuncia di non vedere il figlio da quasi 7 anni, sullo stesso territorio nazionale.

denaro soldi

Tragedie uniche e personali.

È inutile fare una raccolta esaustiva di casi di sottrazione. Ogni storia è unica, una tragedia personale. Immense ingiustizie che si prolungano negli anni, spesso ignorate, malgrado gli sforzi degli interessati per renderle note. Qualche settimana fa, dopo aver denunciato in un mio intervento la creazione di un Registro dei Debitori di Alimenti in Argentina, sono stato contattato da un lettore, al quale è stato sottratto il minore dalla madre greca, attualmente condannata per questo, che continua a vivere pacificamente col figlio in Grecia. Concludo con la sua testimonianza, testuale: «…in Grecia si viene arrestati anche negli aeroporti (il giorno del compleanno della figlia con la valigia piena di regali per il compleanno) per un parziale inadempimento alimentare e processati per direttissima. Tutto ciò in costanza di procedimento pendente dell’altro coniuge per sottrazione e trattenimento di minore all’estero in ambito civile e penale (genitore che richiede gli alimenti per la figlia trattenuta unilateralmente all’estero). Si arriva persino a questo in UE… inutile aggiungere che gli alimenti richiesti (550 €) nel 2020 per una bambina dai 2 ai 4 anni al tempo sono oltretutto una cifra spropositata in Grecia…». Lo chiamano amore materno, in realtà si tratta di amore per i soldi.



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