Quando si parla di emergenza violenza domestica, una narrazione dominante si impone senza esitazioni: l’uomo è sempre l’aggressore e la donna la vittima indifesa. Ma cosa succede quando i fatti raccontano storie diverse? Questa settimana abbiamo registrato uomini ridotti a tacere per anni sotto le percosse e le minacce delle loro mogli, come nel caso dell’uomo che per anni ha subito maltrattamenti e coltellate senza mai denunciare, a casi di donne che pianificano l’omicidio del marito violento con la complicità del fratello. Dietro l’apparente leggerezza con cui questi episodi si presentano, si cela una realtà scomoda che nessun modello mainstream vuole affrontare seriamente.
Il sistema, come se avesse solo le lenti rosa della «violenza maschile sulle donne», continua a finanziare, amplificare e difendere esclusivamente questa versione monodirezionale dell’emergenza. Nel frattempo uomini feriti davvero—che si tratti di accoltellamenti o percosse—sono lasciati soli, ignorati e isolati. La donna che ha accoltellato il marito più volte esce dal carcere con un braccialetto elettronico senza che nessuno sollevi la minima protesta. Anzi manca poco che riceva qualche premio pubblico. Questi uomini non trovano nei centri antiviolenza— che pure si riempiono la bocca di lotta alla violenza e le tasche di soldi pubblici — alcun sostegno concreto, nonostante vivano un’emergenza quotidiana che nessuno vuole riconoscere.
L’emergenza invisibile: uomini bruciati vivi e la muta indifferenza sociale
Se pensiamo al drammatico caso di Vincenzo, arso vivo dalla moglie in un atto di ferocia inaudita, possiamo misurare quanto sia squilibrato il clamore mediatico. Nessun corteo, nessuna fiaccolata, nessun «lutto cittadino» per quest’uomo che ha pagato con la vita il silenzio del sistema. E che dire dell’uomo del Chivassese, costretto a nascondere i lividi sotto un sorriso, fino all’attivazione del cosiddetto “codice rosso”? Anche in questo caso, la narrazione resta monolitica: serve solo finanziare centri per uomini violenti perché l’unica emergenza è solo la violenza maschile. Dimenticando che dietro le porte chiuse si consumano drammi concreti di uomini vittime di una violenza spesso brutale e sistemica. E capita non di rado che chi chiama i Carabinieri per denunciare venga più o meno velatamente tacciato di debolezza o scarsa virilità, come se il ruolo di vittima fosse sempre riservato all’altro sesso.
Questi casi dovrebbero far riflettere chiunque abbia a cuore una società giusta e bilanciata. Non si tratta di negare o minimizzare alcuna tragedia, ma di chiedere finalmente attenzione per una realtà e un’emergenza negata e ignorata. Qui abbiamo parlato di casi concreti avvenuti in settimana, ma se vuoi approfondire ulteriormente la complessità della violenza domestica dal punto di vista degli uomini, ti invitiamo a esplorare i dati gli altri articoli su LaFionda.com, dove si parla senza veli di un’emergenza sociale che il mainstream vuole tenere nascosta.