Nei racconti mediatici sulla violenza il copione è sempre lo stesso: l’uomo carnefice, la donna vittima indiscussa, la violenza di genere a senso unico. Ma chi ha il coraggio di raccontare davvero quello che succede fuori dall’immaginario femminista? Basta guardare i fatti e le notizie della settimana scorsa per scoprire uno scenario decisamente diverso, eppure puntualmente ignorato. Prendiamo il caso di una 35enne di Lamezia che finisce processata per atti persecutori, con pressioni, messaggi, appostamenti ai danni di un ex partner, come raccontato qui. Dove sono i titoli indignati, gli appelli, i fondi per i centri anti-violenza maschile?
E non si tratta di casi isolati. Un’altra storia da incubo prende vita nelle Marche, dove un uomo già indebolito da problemi di salute si trova a subire violenza, aggressioni fisiche e psicologiche continue dalla ex moglie, minacce di false accuse e la complicità silenziosa di un sistema che non interviene. L’uomo, visibilmente provato, è costretto a rifugiarsi da amici e poi in una struttura di accoglienza, mentre la Procura rimane a guardare nonostante la richiesta di Codice Rosso. Se la vittima di violenza è un uomo la macchina giudiziaria sembra non trovare la chiave di accensione.
Il mondo reale: violenza femminile e uomini senza sostegno
Nel frattempo, i racconti mainstream si preoccupano di ribadire dogmi come “la violenza contro le donne è sempre maschile”, mentre i fatti della quotidianità raccontano ben altro. A Domodossola, il fatto è degno di nota: una donna in stato di alterazione aggredisce l’ex compagno, prende a pugni un carabiniere, reagisce contro i suoi stessi genitori, tutto in una notte da Arancia Meccanica. Ma guai a proporre centri di rieducazione per il gentil sesso: la narrazione dominante è troppo impegnata nella caccia agli stregoni “maschilisti” per prendersi la briga di guardare la realtà, che anzi viene spesso ignorata dal dogmatismo di genere.
Ovvero, nessun uomo è degno di tutela se la violenza è femminile: le lame che volano durante una discussione, come a Falcone dove una giovane donna arriva al tentato omicidio del partner a colpi di coltello, finiscono in trafiletti che non scandalizzano nessuno. Proprio come le forbici sfoderate ad Avellino, con un uomo finito in ospedale, probabilmente già pronto il copione della “incapacità di intendere e di volere”: un classico sempreverde per salvare l’immagine del gentil sesso. Storie di uomini vittime, sistematicamente minimizzate. E mentre la campagna di criminalizzazione maschile riceve ogni giorno nuovi finanziamenti e spazi di propaganda, chi si occupa degli uomini aggrediti, cacciati di casa, perseguitati? Nessuno, o quasi. La realtà dice che la violenza è “anche” (e spesso soprattutto) femminile, se si vuole davvero vedere il mondo reale e non solo lo storytelling del femminismo. Invitando i lettori ad approfondire sul nostro Osservatorio Statistico e negli altri articoli di questo sito, perché l’informazione vera non teme censure ma solo la paura di aprire gli occhi.