Qualche giorno fa è accaduto un fatto strano sui media italiani. Strano, per lo meno, per chi come noi non ha dimestichezza con le pratiche falsificatorie strutturali e sistematiche che questi mettono in atto quando si tratta di parlare di uomini, donne e delle loro relazioni. Ecco allora che rilevo questo articolo dal sito di RaiNews su una ricerca Eurispes:
Se non che i Google Alert che rilanciano questa notizia si esprimono così:
Aprendo a caso uno dei link proposti, la notizia diventa questa:
Ora, un paio di riflessioni. La prima: l’indagine Eurispes-Filocolo rileva una serie di esperienze raccolte presso un campione di uomini: apprezzamenti pesanti subiti, stalking subito, confusione e incertezza rispetto al proprio ruolo, maggiore riflessività, gestione consapevole delle emozioni, ridefinizione dei ruoli di genere, scarso utilizzo dei siti di incontri, influenza della pornografia sulla costruzione degli standard sessuali maschili, una stabile vita di coppia come obiettivo importante, il desiderio di avere figli, le differenti reazioni per il numero di partner sessuali avuti, la percezione davanti ad un rifiuto sentimentale, la disponibilità a perdonare un tradimento, la tendenza a fare il primo passo nel manifestare interesse verso l’eventuale partner, il ricorso ad “aiutini” per migliorare l’aspetto fisico come palestra, anabolizzanti, chirurgia estetica, cosmetici, e così via. Insieme a tutto ciò si riporta, citiamo testualmente: «La percezione di comfort nel rispettare ruoli tradizionali di genere è elevata: il 70,6% si sente a proprio agio nell’assumere ruoli come proteggere e dare sostegno in una relazione con una donna».
Ebbene, di tutto ciò nei titoli non c’è traccia, viene citato esclusivamente il timore maschile della propria aggressività. La maggior parte delle persone legge solo i titoli, è un problema noto che conosce bene soprattutto chi fa i titoli. Quindi lo scopo del titolo è quello di far passare il messaggio che gli uomini sono aggressivi, sanno di esserlo e loro per primi hanno paura di non sapersi controllare, anche se nessun timore in tal senso viene rilevato nella misura del 50,5%. Non è così, ma sembra di assistere ad una frenesia ossessiva da parte dei media di evidenziare l’aspetto peggiore del maschile, oscurando tutti gli altri.
Seconda riflessione. Per gli apprezzamenti pesanti e gli atti persecutori subiti dagli uomini l’indagine rileva autori ambosessi, vale a dire le percentuali di volgarità e stalking ricevute da donne o da altri uomini. Aspetto importante ma, curiosamente, mai utilizzato da chiunque faccia indagini analoghe sulle donne vittime di violenza, ISTAT in testa. Lo stalking non è un reato unidirezionale del quale gli uomini possono essere solo autori e le donne solo vittime, ma viene considerato tale anche al momento di rilevane gli effetti come se la cronaca non avesse mai registrato donne vittime di colleghe invidiose, di rivali gelose, di ex mogli vendicative, di vicine rancorose ed altre casistiche analoghe.