di Francesco Negri. Nell’ottobre 2019 a seguito di un mio video e a un articolo pubblicato su questa pagina, fui attaccato pubblicamente da parte del noto programma tv “Le Iene”, che quale realizzò un servizio montato ad hoc, studiato a tavolino con una spregiudicata e ammicante controparte, e che portò il mio nome in tv e sui giornali. Si disse che era stata sporta denuncia nei miei confronti per una mera congettura ipotizzata da loro, basata sul significato di una mia frase, estrapolandola totalmente dal contesto in cui era inserita, per farmi apparire una persona aggressiva e pericolosa.
D’altronde, trasmissioni televisive di questo tipo, che cavalcano temi di profondo impatto mediatico cercando di fare audience, rischiano poi di avere la lezione meritano. Così è successo proprio alle Iene, come dimostra la polemica che si è sollevata dopo un servizio andato in onda qualche giorno fa, riguardante gli aiuti ai più bisognosi a Napoli, lasciando intendere che tali aiuti provenissero dalla camorra. Le proteste diffuse hanno creato un giusto danno alla credibilità delle Iene, riconfinando il programma nel suo ruolo di puro intrattenimento serale.

Mi vedo costretto a praticare lo sciopero della fame.
In ogni caso, mi trovo oggi costretto a pubblicare un nuovo messaggio, che voglio lanciare attraverso questo canale, augurandomi che non venga di nuovo stravolto nel suo significato o sottoposto a qualsivoglia strumentalizzazione o illazione. Si tratta di qualcosa che colpisce una parte dei genitori separati, che usando come pretesto il momento critico che si sta vivendo, decidono di interrompere gli incontri dei propri figli con il genitore non affidatario, nonostante magari un decreto che include, negli spostamenti per necessità durante il lockdown, anche lo spostamento per incontrare i figli non conviventi con uno dei genitori. Nel mio caso specifico si tratta una decisione del tutto unilaterale, visto che ovviamente il centro presso il quale si tenevano gli incontri con mia figlia è rimasto sempre aperto in ottemperanza al decreto che non prevedeva alcuna sospensione degli incontri, ma disponeva semplicemente che gli incontri continuassero con le dovute precauzioni del caso.
Ad oggi sono 2 mesi che non vedo mia figlia a causa di chi è abituato a “strumentalizzare” gli eventi a proprio favore, pur di continuare a infierire sulla mia persona, senza rendersi conto, spero, del danno che si può arrecare ad un bambino privandolo anche della figura paterna, oltre che di tutte le altre figure di cui in questo momento sono stati privati, come i nonni, gli insegnanti, gli amici. Pertanto, visto che il mio ricorso al magistrato può trovare riscontro solo alla fine di questo periodo, come è ben noto alla controparte, che più volte è stata invitata a valutare la possibilità di riprendere gli incontri, non mi resta altro che dichiarare ufficialmente attraverso questa pagina che mi vedo costretto a praticare lo sciopero della fame fino a quando non verranno ripristinati gli incontri con mia figlia per far valere il mio diritto di genitore e soprattutto quello di mia figlia a incontrare suo padre.