Giovanni Arcangeli: il padre che non si spezza

di Davide Stasi. Giovanni è un amico. Ed è amico di tutti gli uomini, specie di quelli che hanno assunto una caratteristica particolare: quella di essere Padre. Esattamente quelli che, secondo una certa filosofia, hanno la tendenza nella maggior parte dei casi a commettere violenze contro le proprie consorti o ex consorti, oppure ad abusare sessualmente dei propri figli. Un impianto ideale che è un mucchio di letame dentro cui sguazzano e fanno carriera fior di avvocati, letterati che si improvvisano psicologi infantili, o pedagoghi, o esperti, o counselor. Gente cui viene data voce in capitolo, pur essendo palesemente minati da esperienze infantili traumatiche, da qualche tara ereditaria o, più prosaicamente, da sporchi interessi di bottega. Interessi che perseguono del tutto incuranti della scia di dolore e menzogna che si lasciano alle spalle. E che non di rado si macchia di rosso sangue. Ebbene, là fuori c’è un esercito di Padri che si erge come una muraglia insormontabile contro questi spacciatori di male e bugie.

Giovanni è uno di loro. Un Padre amorevole, dedito, che ha concepito l’idea della procreazione come supremo atto d’amore e che, contro ogni schiaffo della sorte, continua imperterrito a considerarlo come tale. Mai alzato un dito contro la compagna, tanto meno ha mai concepito qualcosa che non fosse un atto educativo o di amore verso il figlio. Insomma un Uomo tra i tantissimi che sublima la propria mascolinità nella figura sacra del Padre. Che è tale nella misura in cui condivide la propria straordinarietà con una figura materna solida, sicura e risolta, anche quando se ne separa. In Italia (e nel mondo) ce ne sono milioni di Padri così. E con il loro peso schiacciano tutti quelli che, a seguito di alcuni casi criminali, voglia appiccicare loro addosso l’etichetta di indegni. Costoro affrontano tutte le atroci sottigliezze con cui le troppo frequentemente malevoli ex compagne e madri cercano, dopo averli spremuti a dovere dal lato economico, di allontanarli dai figli, così devastandoli anche dal lato emotivo e sentimentale.

Giovanni Arcangeli

Una menzogna che diffama e opprime un’altra verità.

Là fuori c’è un esercito di Padri così, che resistono alle bordate di un sistema alleato della malevolenza di molte donne, fortunatamente non tutte. Si prendono accuse, denunce, eppure restano saldi. Si beccano anche delle condanne ingiuste, eppure non mollano. Si spaccano la schiena per mantenere i propri figli, pur non vedendoli quasi mai, oltre che se stessi, e lo fanno con gioia e dedizione, pur sapendo che buona parte de propri sacrifici vanno nelle tasche dell’ex moglie. E sono talmente Uomini e Padri, con tutta la loro resilienza, che più li si tiene lontani dai figli, più combattono per avvicinarcisi, non importa quante botte ricevano. Ricordano il Rocky Balboa del primo film: messo knock-out più volte sotto le mazzate di Apollo Creed, ma sempre in piedi, con la faccia gonfia e sanguinante, ma di nuovo in piedi a chiedere che li si lasci fare ciò che hanno il dovere di fare: i Padri. E così è Giovanni, uno dei tanti simboli viventi di questo modo moderno di essere Uomo e Padre. Talmente moderno da spiazzare il narrato e il vissuto comune, quello arcaico e obsoleto del bread-winner: ampiamente strumentalizzato dai portavoce della malafede.

Nel caso di Giovanni la mamma è colei che si porta in Ucraina il figlio concepito con lui, per poi scomparire nel nulla. Giovanni chiede aiuto alle istituzioni, ma aspetta e spera. A Giovanni manca qualcosa per poter ottenere tutela e difesa per suo figlio: è Uomo. O meglio: non è donna, dunque non ci sono “codici” speciali per lui. A parti invertite l’Italia avrebbe dichiarato guerra all’Ucraina. Nel suo caso no. Dunque non gli resta che partire e andare lui stesso a cercare suo figlio, provando ad attivare le istituzioni ucraine e dovendo tornare a casa con un occhio di meno e parte del viso ustionata. Cosa gli è capitato lo racconta lui stesso nel video che ha realizzato espressamente per questo blog, come omaggio in occasione della messinscena periodica della “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne”. Anche lui per dare un contributo da Uomo e da Padre a ridimensionare una realtà talmente sovradimensionata da assumere le proporzioni di una menzogna. Una menzogna che diffama e opprime un’altra verità. Talmente sottaciuta e soffocata da suonare come La Verità.

Il volto di Giovanni va guardato con attenzione, mentre si ascoltano le sue parole. Quello è il volto di un Uomo e di un Padre che non rinuncia al suo dovere di essere genitore e non permette a nessuno di negare a suo figlio il diritto ad avere un padre. Quello è il volto di milioni di Uomini e Padri che con la sola loro esistenza giganteggiano sulle teste dei nani e delle ballerine che sui giornali, in TV, o nelle segrete stanze delle CTU, dei tribunali, dei centri antiviolenza e delle case famiglia, giocano a fare Dio o i faccendieri sulla pelle e con la pelle delle famiglie e dei bambini. E’ con volti e anime come quelle che voi, guitti in malafede, dovete confrontarvi. Ed è a queste storie che voi, giornali e giornalisti servili, dovreste dedicarvi. Perché c’è molta più verità e vita in questi Uomini e Padri che in tutto l’almanacco dei corsivi dei vostri imbrattacarte conformisti e furbetti, impegnati quotidianamente a fare i ruffiani di chi recita sistematicamente la mezza messa.

Grazie a Giovanni per il suo contributo video, per la sua forza e per il suo essere Uomo e Padre, che è anche il nostro.
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