Traiamo questa testimonianza agghiacciante da un blog aperto alcuni anni fa per denunciare gli abusi che si perpetrano grazie all'art. 612 bis del Codice Penale, il cosiddetto "anti-stalking". Sì, qualcuno ci aveva provato prima di noi, purtroppo senza successo, probabilmente sovrastato dall'ondata conformista che protegge questa mostruosità giuridica, che danneggia persone innocenti più di quanto protegga le possibili vittime o punisca i veri colpevoli. La storia è agghiacciante e risale agli albori della legge. E dimostra una volta di più che se si mette una delle norme più manipolabili e mal fatte mai prodotte dalle menti bacate dei nostri politici in mano a un tizio esperto in materia (un avvocato), oltre che privo di scrupoli, chi finisce nel mirino non ha più vita. Riportiamo di seguito la lunga testimonianza pubblicata allora da quel blog, senza cambiare nulla.
"Alle ore 6:50 di Sabato 11 Dicembre dell’anno 2010 sono stata svegliata dai Carabinieri di Pisa, erano tre persone e avevano in mano un mandato di perquisizione firmato dalla Dott.ssa Miriam Pamela xxxxxx della Procura di Pisa. Era stato anche loro ordinato di eseguire un tampone salivare per prelevare il mio DNA. Non me lo dicono subito ma me lo comunicano nel corso della perquisizione.
E’ l’inizio di un incubo. Non capisco che cosa stia succedendo, nel frattempo anche mio marito è in piedi bianco come uno straccio. Fortunatamente, mio marito che viaggia molto in macchina e che lavora a Roma, quel giorno è a casa nostra a Pisa e quindi non penso gli sia successa una disgrazia. Penso allora ad una disgrazia ai miei genitori, le gambe non mi reggono, ma uno dei carabinieri mi tranquillizza, se così si può dire, informandomi che stanno per dare il via ad una perquisizione. Tiro un sospiro di sollievo, i miei genitori sono al sicuro nel loro letto e sicuramente dormono ignari di ciò che invece sta succedendo alla loro figlia.
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Nel frattempo i carabinieri anche loro alquanto perplessi si guardano attorno, non sanno bene come procedere a questa buffonata, sfogliano i libri dell’università di mio marito (che cosa si aspettano di trovare dentro un libro?), fanno finta di guardare dentro ai cassetti poi, fortunatamente, capendo che alle buffonate c’è un limite lasciano perdere.
Accendono il computer mi fanno digitare un nome ma, niente, non c’è niente da trovare, lo spengono.Vanno nella lettiera del gatto prelevano un campione di feci. Eseguono poi il tampone salivare con il kit loro fornitogli, non ho niente da temere e non mi oppongo a questa farsa. Infine mi fanno andare in pigiama nel freddo di dicembre in macchina e in cantina. In macchina mi fanno aprire la mia borsa dove tengo per comodità i libri del corso di francese che frequento con tanta fatica alla fine della mia giornata di lavoro: Mi domando ma che cosa cercano nella borsa dei miei libri, che cosa pensano di trovare?
Chiedo timidamente che cosa stanno cercando mi rispondono una busta. Hanno eseguito una perquisizione per trovare una busta? Che cosa significa una busta? La mia casa è piena di buste di ogni tipo. Non riescono a fornire alcuna risposta. Ovvio si tratta di una azione di forza, dimostrativa, un sopruso messo in atto da qualcuno come atto intimidatorio. Me lo fanno capire.
Tutto finito finalmente. Ma no, non ancora. Apprendo dal capo della squadra che mi dovrò recare al comando dei carabinieri a firmare i documenti della perquisizione nella quale ovviamente non hanno trovato niente perché non vi era niente da trovare. Rimango li per tutta la mattina in attesa di firmare un foglio dove c’è scritto che non hanno trovato niente. Il capo della squadra che ha eseguito la perquisizione è molto scocciato, si vede che anche lui ha vissuto male questo sopruso, abbassa continuamente la testa come per scusarsi.
Leggo finalmente con calma il mandato di perquisizione. C’è veramente da mettersi a ridere. Hanno eseguito una perquisizione perché un avvocato vicino di casa (precisamente vive nell’appartamento sopra il mio) ha sporto denuncia perché qualcuno gli ha bussato sul soffitto, gli ha suonato il campanello e a suo dire ha sporcato di feci la sua macchina. Mi accusano di Stalking. Continuo a non capire, ma cosa c’entro io con questa persona? Come hanno potuto agire con tale leggerezza senza prima appurare come stavano le cose?
Mi informo e leggo che solitamente per questa accusa si viene ammoniti dalle forze dell’ordine, lo Stalker viene richiamato, io non ho mai avuto un richiamo, sono ignara di tutto e sono completamente estranea ai fatti. Ma come hanno potuto procedere ad una tale violenza ed ingerenza nella vita privata di una persona? Chi autorizza queste persone ad una simile violenza, ad un tale abuso senza la benché minima prova a carico di una persona? Leggo inoltre che la legge sullo stalking è divenuta ormai un mezzo per estorcere del denaro. Appurerò più avanti che è proprio così.
Pian piano comincio a riannodare il bandolo della matassa. L’arrogante Avvocato si sta vendicando e ha messo in atto questa pantomima poiché nel 2009 avevo rifiutato le sue pressanti avances. Al rifiuto erano seguite pesanti vendette quali non farmi dormire la notte per i continui rumori che produceva all’interno del suo appartamento, il mettermi paura specialmente in assenza di mio marito che, come sopra detto non vive a Pisa.
Scopro che questo individuo ha per mesi e mesi esercitato una incredibile pressione presso gli ambienti della Procura della Repubblica, dove si muove quotidianamente e, soprattutto, per inspiegabile ragioni sembra godere di credibilità al di là di ogni sospetto.
Scopro con l’aiuto di un legale Livornese (ben consigliata mi sono rivolta a qualcuno che non avesse niente a che fare con gli ambienti di Pisa), che l’avvocato ha sporto ben nove denunce nei miei confronti non supportate da alcuna testimonianza ma solo e semplicemente basate sulle sue farneticanti dichiarazioni. Denunce presentate per ipotetici volantini pubblicitari capitati nella sua cassetta della posta, ipotetici squilli di campanello e pettegolezzi di condominio riportati in modo vile. Dichiarazioni che sono andate a far parte di un castello accusatorio che ha decretato la necessità di una intercettazione ambientale basata su l’installazione di numerose telecamere per un periodo che ancora oggi non sono in grado di stabilire.
Il garante della Privacy ha aperto un’inchiesta sull’installazione delle telecamere e i carabinieri hanno risposto di aver ricevuto ordine di installazione per un periodo di circa due mesi e 14 giorni, ma in realtà le telecamere sono state installate a Marzo del 2009 e rimosse a settembre del 2010 e sono sempre state funzionanti (tutta la documentazione è stata depositata presso il garante della privacy nella sede di Roma ed è stata seguita da un funzionario che in ultima istanza mi consigliò di presentare una denuncia alla Procura della Repubblica perché vi erano abnormi irregolarità). Telecamere che probabilmente avranno ripreso anche i topi di appartamento che il 13 Giugno del 2010 hanno svaligiato la mia casa, rubandomi cose di valore ricevute negli anni in dono dai miei genitori, parenti, marito ed amici. Oggetti affettivi che, acquistati con tanto sacrificio, rappresentavano per me cari ricordi di momenti particolari della mia vita e che mai avrò la possibilità di riacquistare.
Ovviamente nessuno si è preso la cura di guardare cosa è successo, le telecamere erano li per guardare me. Per i topi d’appartamento esiste la privacy, le telecamere non erano li per loro. Le telecamere non hanno mai ripreso niente che riguardasse la mia persona, non hanno mai trovato niente. Nonostante questo, ennesimo atto di accadimento, è stata la perquisizione avvenuta a ben otto mesi di distanza e giustificata dal fatto che un carabiniere mi ha iscritto nel registro degli indagati (fino a quel momento era stata aperta una denuncia contro ignoti) solo perché alle 08:35 del giorno 8/4/2010 sarei passata accanto alla macchina dell’avvocato. Peccato che nel condominio il mio posto auto sia vicino al suo e quindi per prendere la mia macchina devo, per forza di cose, passare accanto alla sua. Secondo il mio legale che ha visionato le immagini la persona che passa davanti alla macchina alle 08:35, tra l’altro, non sarei neppure io. Eppure in una dichiarazione dei carabinieri che leggo si dice “la persona che passa accanto alla macchina è inequivocabilmente la Sig.ra xxxxxxx”. Vengo a sapere che l’avvocato ha fatto incredibile pressioni giornaliere per mettere in atto questa sopruso intimidatorio ai danni di una persona inerme e che alla fine, senza la benché minima prova, le amicizie solidali lo hanno accontentato. Dopo la chiusura delle indagini ad Aprile perché non avevano trovato niente, l’indagine è stata riaperta con un cavillo chiaramente persecutorio per fargli un favore. Otto mesi dopo, 11 Dicembre 2010, veniva effettuata una perquisizione.
Ciò probabilmente è avvenuto solo perché qualche giorno prima io ero andata a protestare civilmente contro le molestie perpetrate a danno mio e di mio marito sia dai padroni di casa che dai parenti ed amici che regolarmente la frequentano a tutte le ore del giorno e della notte. In questo frangente l’avvocato minacciò anche mio marito che mi avrebbe fatto arrestare. Di fronte a questi soprusi abbiamo provato anche noi a rispondere per vie legali, ma non abbiamo mai ricevuto risposta se non un’archiviazione, nonostante le testimonianze di terzi con l’aggravante che questi ultimi sono stati anche convocati in procura a fini intimidatori.
La procura di Pisa ha mostrato un accanimento straordinario verso una privata cittadina che si è ritrovata rinviata a giudizio per una banale lite condominiale accusata di stalking, solo per vendetta e perché non ha avuto paura dei ricatti e delle vessazioni di questo personaggio.
Tutto ciò è avvenuto in base alla sua dichiarazione unilaterale che altro fine non ha se non quello di ottenere denaro facile avvalendosi delle sue conoscenze. Durante l’udienza preliminare ha presentato una richiesta di danni pari a quasi 130.000,00 euro, 77.000,00 per lui e 50.000,00 per la moglie che ad oggi non ha presentato alcuna denuncia nei mie confronti.
Riassumendo si installano le telecamere per diciotto mesi, si autorizza una perquisizione perché poco dopo le otto si vede che cade qualcosa sulla macchina dell’avvocato e dopo quindici minuti una donna passa vicino alla sua macchina. Non vi è alcuna correlazione tra i due fatti ma ciò, come sta scritto nella dichiarazione del carabiniere basta a farmi entrare nel registro degli indagati e a far scattare una vergognosa perquisizione.
Ci tengo a informare le autorità che ottenere il cd con le immagini delle telecamere, mi è costato 300,00 euro. Non solo sono stata video sorvegliata per diciotto mesi a vuoto, ma ho dovuto anche pagare per ottenere ciò che credo sia un mio diritto. L’ho potuto fare solo versando una cifra vergognosa e tramite ovviamente un legale pagato profumatamente.
Otteniamo anche i risultati del DNA che vengono confutati da una illustre biologa forense dell’università di Pisa che lavora per la Procura della Repubblica di Pisa. Si fa riferimento a due campioni di feci e ad un nastro da imballaggio (?) esaminato dai RIS di Roma. In un caso i risultati lo danno come pertinente ad un unico soggetto di sesso maschile, questo profilo genetico maschile risulta compatibile con il profilo genetico misto ricavato dal secondo campione. Il mio profilo genetico risulta incompatibile con entrambi i campioni, l’indagine non è stata fatta su basi oggettive e scientifiche, è quanto viene decretato dalla Biologa Forense, ma tra le righe, sembra dire: volevano per forza che fosse lei, non ci sono elementi validi per dirlo ma li hanno voluti trovare ad ogni costo.
Nonostante questo continua l’accanimento. Stante questo quadro deprimente sono sottoposta ogni giorno ad un incredibile stress anche perché da povera impiegata percepisco uno stipendio di poco più di 1000,00 euro mensili e ad oggi ne ho spesi 7500,00 per il legali . Difendersi anche quando non si è fatto nulla costa.
Alla fine risulta chiaro visto la cifra risarcimento danni che mi è stata chiesta che tutto ciò sia stato costruito ad arte, tramite le giuste conoscenze e la superficialità di chi dovrebbe tutelare i cittadini, per ricattarmi ed estorcermi del denaro. I blog letti sullo Stalking si rivelano veritieri, questa legge è divenuta un ignobile mezzo per ottenere denaro facile. Mi viene da pensare che la legge sullo “Stalking” sia divenuta, nelle mani di persone prive di scrupoli, una trovata per evitare di difendere realmente e prevenire le persone veramente vittima di persecuzioni. La legge è diventata un’arma ricattatoria e persecutoria da parte di chi confida nel fatto di potersi far risarcire il danno in sede civile e quindi molto spesso denunciano con il preciso obiettivo di poter estorcere soldi. E’facilissimo costruire false prove, come nel caso di cui sono stata vittima, oppure tendere trappole, bastano il miraggio di un facile guadagno e le giuste conoscenze ed è fatta.
Mi domando come si possono chiedere 130.000,00 euro mentendo in piedi una farsa, ma soprattutto chi può accettare una cosa simile in una sede come un tribunale che dovrebbe essere un luogo dove campeggia una scritta “la legge è uguale per tutti”. Nelle mani di chi è la nostra vita? Basta uno squilibrato squattrinato con una conoscenza nel posto giusto per mettere in moto un simile marciume?
Mi chiedo se una macchia di feci (non so se questo personaggio abbia provato a fare causa anche ai gabbiani che ogni tanto ci lasciano un regalino sui vetri o sulla carrozzeria) gettata da chi sa chi su una macchina, una banale lite condominiale e qualche rispostaccia ad avances respinte possano giustificare un’indagine da film, questo spreco di denaro pubblico e, come le forze dell’ordine che sempre lamentano di essere in difficoltà numerica vengano impiegate per mesi e mesi in cose ridicole, messe al servizio di un Avvocato che per fini ricattatori usa la magistratura e le forze dell’ordine e come questi ultimi possano giustificare il loro comportamento davanti ad un cittadino onesto che in vita sua non ha neppure mai preso una multa. Di come questo cittadino possa ritrovarsi con una indagine penale pendente che può pregiudicare anche eventuali offerte di lavoro e concorsi pubblici.
Vorrei sapere chi paga per gli errori commessi e quali danni questo pubblico ministero possa continuare a fare con il suo operato superficiale e tutto teso a rendere favori agli amici. Mi soffermo a pensare sui soldi che ad oggi ho dovuto spendere e di quanto sono fortunata, nonostante tutto, perché ho potuto difendermi, continuo a riflettere e mi domando cosa potrebbe succedere a coloro che invece non ne hanno i mezzi.
Mi vergogno di questo paese che palesa come anche nella giustizia vi siano i cittadini di serie A e di serie B, che mette in atto un sistema clientelare anche laddove il clientelismo può rovinare una persona. Un sistema che per elargire un favore mette in moto una macchina investigativa degna di un narcotrafficante con videosorveglianza, perquisizione e prelievo del DNA. Una cosa da far rabbrividire per quanto assurda e che dovrebbe far riflettere le autorità prima, sul come sia possibile che ciò possa accadere, poi su come prendere dei seri provvedimenti.
Ogni professionista, impiegato, operaio paga se commette un errore sul lavoro. A volte perde il suo posto di lavoro. Mi domando come mai le persone che rovinano la vita degli altri e che provocano ingenti danni alle finanze dei cittadini per un capriccio non vengano punite. Chi mi restituirà i soldi che ho speso? Chi mi restituirà la salute messa in crisi in tutti questi mesi a causa dello stress? Chi darà sollievo alla mia sofferenza e soprattutto tornerò mai più a essere quella di prima?
Il 24 di Ottobre ci sarà l’udienza e devo dire che a questo punto non ho più molta fiducia nella giustizia e mi rendo conto di come la vita delle persone possa essere rovinata da chi opera con tale superficialità oltretutto in un momento così delicato. Mi domando come tutta la solerzia dimostrata in questa storia sarebbe forse stata utile in casi ben più gravi come ad esempio la ricerca dei ladri che hanno svaligiato la mia casa.
Dott.ssa
Stefania xxxxxxxx
Via xxxxxxxxx
56121 Pisa
tel. xxxxxxxxxxxx
p.s. tutto ciò che viene raccontato è documentato nelle carte in possesso del mio Avvocato.
Faccio presente che ad oggi le persecuzioni da parte del mio vicino di casa Avvocato continuano. Ricevo visite delle forze dell’ordine con i pretesti più assurdi, tipo ci hanno chiamato perché lei cantava, ci hanno chiamato perché lei faceva un’imitazione... pretesti ridicoli che distolgono le forze dell’ordine dai loro effettivi servizi per farle venire a casa mia con argomentazioni da scuola elementare... sempre quando mio marito è fuori per lavoro, lavora a Roma, facendomi spaventare a morte perché temo sempre che gli sia successo qualcosa…".
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Anche poco, ma dato da molti, può aiutarci ad affrontare l'aggressione in atto.
PUOI SOSTENERE IL FONDO DI SOLIDARIETÀ ATTRAVERSO:
Strumentalizzazione analoga ai casi n° 3, 32, 46 e 73. Strage familiare compiuta da Alessandro Pontin che uccide i due figli e poi si suicida. Ha ucciso indifferentemente Pietro e Francesca, senza distinzione di genere. Però la narrazione sottintende che quando ha ucciso Pietro lo ha fatto per morire insieme ai suoi figli, quando ha ucciso Francesca lo ha fatto per oppressione maschilista. Quindi se pugnala il figlio maschio è dramma della follia, invece per la figlia femmina è dramma del patriarcato, è stata uccisa inquantodonna e viene conteggiata tra i femminicidi.
84.
Autore straniero (marocchino).
83.
Autore di sesso femminile.
Si grida subito al femminicidio, che l’assassina sia una donna si viene a sapere solo in seguito, quando spunta un video che riprende l’assassina mentre sferra la coltellata mortale. Ma l’episodio resta catalogato tra i delitti con movente di genere, Ylenia sarebbe vittima del patriarcato, uccisa inquantodonna in un Paese irrimediabilmente maschilista.
82.
Autore straniero (rumeno).
79.
Autore straniero (marocchino).
77.
Delitto eutanasico.
76.
Autore straniero (serbo).
74.
Strumentalizzazione analoga al caso n° 46. Strage familiare compiuta da Alberto Accastello che uccide la moglie, i due figli, il cane e poi si suicida. Ha ucciso indifferentemente i gemelli Alessandro ed Aurora, senza operare distinguo in base al genere. Però quando ha ucciso Alessandro lo ha fatto per annientare l’intera famiglia ed annientarsi, quando ha ucciso Aurora lo ha fatto per oppressione patriarcale. Quindi quando spara al figlio maschio è un dramma della follia, la figlia femmina invece è stata uccisa inquantodonna e viene conteggiata tra i femminicidi.
71.
Delitto eutanasico.
72.
Disturbo mentale.
68.
Autore straniero (marocchino).
64.
La donna è morta per una tragica fatalità: il fratello di Paola Maria tampona lo scooter sul quale viaggiano lei ed il fidanzato. L’obbiettivo è proprio il fidanzato, dopo aver provocato l’incidente si scaglia su di lui per pestarlo e minacciarlo, vuole che interrompa il rapporto con la sorella. L’intento, anche se con modalità delinquenziali, è quello di proteggerla, non di ucciderla. Nemmeno si accorge che Paola Maria cadendo ha battuto la testa ed è morta. Di fatto è l’esito tragico ma involontario di un incidente stradale, anche se provocato. Però viene conteggiato come femminicidio. Episodio già analizzato a fondo su "La Fionda".
62.
Delitto eutanasico.
55.
Autore straniero (marocchino), movente economico.
54.
Movente economico associato a disturbo mentale.
Oltre al movente economico e al disturbo mentale dell’assassino, si aggiunge il fatto che la vittima è un transessuale che si prostituisce. Biologicamente uomo, pPerò viene conteggiato tra i femminicidi.
53.
Delitto eutanasico.
48.
Disturbo mentale.
47.
Disturbo mentale.
46.
Mario Bressi, in via di separazione dalla moglie, uccide i due figli e poi si suicida lanciandosi da un cavalcavia. Ha ucciso indifferentemente Diego ed Elena, senza distinzione di genere, la follia omicida lo avrebbe spinto ad uccidere ed uccidersi anche se avesse avuto due figli maschi. Nel suo delirio ha ucciso i figli per non separasi più da loro, quindi per un eccesso d’amore patologico. Però quando ha ucciso il Diego lo ha fatto per restare per sempre insieme a lui, quando ha uccido Elena lo ha fatto per oppressione di genere. Quindi per Diego è dramma della follia, Elena invece è stata uccisa inquantodonna ed è femminicidio.
Dinamiche simili si ripetono con continuità, anche in occasione di delitti con movente economico. Ad esempio la strage di Formia del 9 gennaio (n° 3) nasce da un’eredità contesa, l’assassino uccide la cugina Fausta Forcina ed il marito, poi si suicida. Anche in questo caso tre decessi, due uomini ed una donna. Per gli uomini il movente è esplicitamente legato a considerevoli interessi economici, per la donna bisogna fantasticare che sia stata uccisa inquantodonna per poterla inserire nel computo dei femminicidi.
32.
Autore straniero (bengalese).
Il padre bengalese in un raptus di follia tenta di uccidere entrambi i figli, un maschio ed una femmina, poi nel suo delirio esce nudo in strada, sporco di sangue e col coltello in mano, voleva uccidere ancora.
Il maschietto riesce a sopravvivere ma la femminuccia muore. Il femminicidio quindi si configura esclusivamente in base al genere della vittima, a prescindere da movente, contesto familiare e modalità omicidiarie che sono identiche per entrambi i bambini
45.
Delitto eutanasico.
44.
Delitto eutanasico.
41.
Movente economico.
40.
Delitto eutanasico.
36.
Disturbo mentale.
35.
Autore straniero (rumeno).
29.
Disturbo mentale.
26.
Delitto eutanasico.
22.
Movente economico.
20.
Autore straniero (ucraino), con movente economico e disturbi mentali.
19.
Delitto eutanasico.
17.
Delitto eutanasico.
16.
Autore straniero (danese).
15.
Autore straniero (albanese).
13.
La strage del 31 gennaio a Mussumeli registra tre decessi: la madre, la figlia e l’ex amante della madre che dopo aver ucciso le due donne si toglie la vita. Il movente passionale è verosimile per l’uccisione della madre, assassinata dall’ex che non accettava la separazione. Una morbosa sensazione di possesso - ipotizzano gli inquirenti - può avere armato la mano dell’assassino. Nulla di tutto questo è invece valido per la figlia, il movente non è passionale e non può essere ricondotto né alla mancata accettazione della separazione, né alla gelosia morbosa, né al possesso maschilista, al patriarcato, etc.
Semplicemente la ragazza si è trovata nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, l’omicida ha fatto strage di chiunque fosse in casa compreso se stesso, nessuno può escludere che la figlia sarebbe stata uccisa anche se fosse stata un figlio, un nipote, uno zio. Infatti le cronache riferiscono che “l’altro figlio di Rosalia si è salvato dalla strage perché non era in casa”. Quindi nonostante la seconda vittima sia una donna, l’oppressione di genere non può essere il movente.
11.
Autore straniero (pachistano).
7.
Delitto eutanasico.
6.
Autore del delitto straniero (tunisino).
5.
Delitto eutanasico.
4.
Disturbo mentale.
3.
Movente economico.
2.
Disturbo mentale.
1.
Assassino straniero (rumeno) per movente economico.