C’è chi diffonde notizie che verifica e chi scrive ciò che gli dicono di scrivere. Di Enzo Biagi ne nasce uno ogni 100 anni, quindi dobbiamo accontentarci del poco che c’è in giro oggi. Forse però i professionisti dell’informazione diffondono notizie che non conosciamo, pur occupandoci da qualche decennio dell’argomento false accuse e avendo archivi che non possono vantare nemmeno i Ministeri competenti. Tuttavia non è certo inutile confrontarsi con chi ne sa più di noi, si può sempre imparare qualcosa, ad esempio chiederemmo volentieri a tale Maurizio Rana, prestigiosa firma di bariseranews.it, su quali dati basa le sue affermazioni.
Il 19 luglio scrive: «Negli ultimi anni, le donne vittime di violenza stanno patendo la doppia esposizione giudiziaria nei processi, perché sembra diventata quasi prassi che gli offender di reati gravi puniti dalla legge n. 69 del 19.7.2019 c.d. Codice Rosso, denunciano le vittime con una controffensiva giudiziaria costruendo castelli probatori che vengono puntualmente smontati nelle aule di giustizia». Ah però! Lasciamo perdere lo svarione sul congiuntivo, ciò che interessa è la “quasi prassi” della quale parla Maurizio Rana. Cosa vuol dire quasi prassi?
La “quasi prassi” delle false accuse maschili…
Un automatismo in tutti i casi sicuramente no, c’è quel “quasi” che giustifica una percentuale in cui la prassi non troverebbe applicazione. I «castelli probatori che vengono puntualmente smontati nelle aule di giustizia» in quale percentuale comparirebbero: 99% dei casi, 95%, 90%, 80, altro…? Sarebbe interessante conoscere la fonte di tale informazione, perché noi ne abbiamo altre molto diverse. Davvero molto. A partire dalle accuse da Codice Rosso che in Tribunale si dimostrano priva di fondatezza, al dossier depositato in Commissione Giustizia al Senato già nel 2011 (quindi ben prima del Codice Rosso) in cui le operatrici giudiziarie di vario ordine lamentavano l’80% si accuse costruite a tavolino dalle mogli per ottenere vantaggi in fase di separazione, ai dati incrociati tra i Ministeri dell’Interno e di Giustizia che testimoniano come il 90% di accuse da Codice Rosso esiti in archiviazioni ed assoluzioni, al fatto che la stragrande maggioranza degli innocenti ingiustamente accusati evita di contro-denunciare la calunniatrice su consiglio dei propri legali che ben conoscono la cronica inefficacia dell’art. 368 cp.
Noi siamo in grado di dimostrare, documenti alla mano, ciò che sosteniamo. Non conoscevamo, però, il fenomeno dilagante riferito dal buon Rana, vale a dire che le persone accusate di reati da Codice rosso denuncerebbero le vittime costruendo castelli probatori che si sbriciolano nelle aule di giustizia. Senza vena polemica e senza alcuna violazione della privacy, quindi a prescindere dal caso specifico, saremmo veramente interessati a un confronto sul tema con chi ne sa più di noi. Ci appassiona conoscere i contorni del fenomeno secondo il quale le false accuse le farebbero gli uomini accusati. È quasi prassi.