Rosa Nostra in panico: non ci sono abbastanza femminicidi!

Ci sono attualmente numerosi motivi di vera e propria disperazione per le femministe e il loro business politico, economico e mediatico. Ultimamente a tenere banco sui media sono le questioni legate al covid, quindi vaccini e “greenpass” (argomenti che in un modo o nell’altro sono al centro dell’attenzione da due anni), e in seconda battuta il DDL Zan con tutte le questioni arcobaleno annesse, sebbene ora l’incendio si stia spegnendo in vista della pausa estiva. In altre parole: non si parla più di loro. Donne vittime di violenza, gender pay gap, oppressione patriarcale, “femminicidi”, sembra tutto sparito dalle cronache. Aleggia una grande irritazione nell’ambiente (qui un esempio tra i peggiori), anche perché all’assenza di notizie che portino cinicamente acqua al mulino della vittimizzazione femminista, si sostituiscono notizie che mostrano in chiaro quanto non ci sia alcuna differenza tra uomini e donne nel commettere reati. La vicenda di Laura Massaro, in questo senso, pesa come un macigno. Ma non è il principale motivo di preoccupazione per Rosa Nostra. Ci sono i numeri che non tornano. Alcuni possono essere falsificati, altri anche ma solo fino a un certo punto. Mentre sulle chiamate al 1522 si può rimestare a piacere e senza limiti, i dati sulle donne uccise da uomini hanno margini molto ristretti. E la verità, a sette mesi dall’inizio dell’anno, è che quel tipo di omicidi sono dannatamente pochi, troppo pochi per sorreggere la solita bugia. E non è che le donne ammazzate si possano inventare, come le chiamate del 1522. È anche per questo che, in assenza di casi “freschi”, alcune organizzazioni femministe vanno oltre il ridicolo e per tenere attiva la narrazione arrivano a riesumare casi del 1955.

Se non fosse che dietro ci sono persone che hanno perso la vita, sarebbe interessante impersonare una qualunque delle tante leader femministe nostrane mentre guarda i conteggi dei “femminicidi” tenuti dai maggiori quotidiani nazionali. Emergerebbe subito lo sguardo depresso: «ma come? Soltanto 50 in sette mesi?». Esatto, questo è il dato del noto “Osservatorio femminicidi” de La Repubblica. Cinquanta nomi e cognomi con il loro bel puntino rosso posizionato sulla cartina d’Italia: solo uno ogni 4 giorni, mannaggia. Troppo poco, così non fa nessun effetto. Il mantra richiede al massimo una ogni tre giorni, meglio ancora se meno. Che succede ai maschi tossici italiani, hanno perso il fegato? Forza che qui servono vittime nuove per far salire la media! Che in realtà, a ben vedere, è ancora più bassa di quanto si voglia far credere. Basta andare a vedere i casi conteggiati come “femminicidio”, ovvero quelli dove un uomo ha ucciso una donna “in quanto donna”, interpretando questa formula priva di senso con il vecchio schema dell’omicidio passionale, o per gelosia, o per abbandono o altro di simile. Al solito, facendo un controllo specifico si ha la misura con cui i media si sono tenuti larghi nell’interpretazione del fenomeno, per far apparire la realtà diversa da quella che è. E così, prendendo la tabella fornita da La Repubblica abbiamo la situazione che segue:

Nome della vittima Data Commento
Laura Pereselli 04/01 In realtà è un matricidio. L’assassino è il figlio, che oltre alla madre ha ucciso anche il padre Peter Neumair.
Sharon Barni 11/01 Bimba di 18 mesi uccisa dal convivente della madre. Difficilmente per motivi passionali o di genere, più facilmente per uno squilibrio mentale.
Soccorsa Raschitelli 15/01 Anziana (90) sofferente di una grave malattia degenerativa, strangolata dal marito per terminare le sue sofferenze.
Victoria Osagie 16/01 Uccisa dal marito che voleva lasciare.
Roberta Siragusa 24/01 Probabilmente uccisa dall’ex fidanzato forse a fronte del rifiuto della donna a fare sesso.
Tiziana Gentile 26/01 L’uomo accusato dell’omicidio non era legato alla vittima da alcun rapporto affettivo. L’accusato si è suicidato in carcere. Ignoto l’eventuale movente.
Teodora Casasanta 29/01 Uccisa dal marito, che uccide anche il figlio di 5 anni e poi tenta il suicidio. Ignoto il movente.
Sonia Di Maggio 01/02 Uccisa per vendetta dall’ex fidanzato.
Sandra Milena Garcia Rios 04/02 Uccisa da un’altra donna, una vicina di casa, al culmine di una lite.
Ilenia Fabbri 07/02 Uccisa dal marito tramite un killer prezzolato, dopo anni dalla separazione, per motivi economici.
Liulieta Heshta 07/02 Omicidio maturato nell’ambito della prostituzione. La mano omicida è stata quella del compagno-sfruttatore.
Piera Napoli 07/02 Uccisa dal marito che aveva tradito e voleva lasciare.
Lidia Peschechera 17/02 Uccisa al culmine di una lite da un uomo alcolista e con manie suicide che lei ospitava in casa (poi spacciato dai media come suo fidanzato).
Antonia Rattin 18/02 Donna anziana e disabile, uccisa dal marito che poi si è impiccato.
Clara Ceccarelli 19/02 Uccisa dall’ex, uomo indebitato e con tendenze suicide, perché gli aveva rifiutato altro denaro (movente economico).
Deborah Saltori 22/02 Uccisa dal marito che non accettava la separazione.
Rossella Placati 22/02 Uccisa dal compagno che lei voleva lasciare.
Edith Anzaghi 07/03 Bimba di 2 anni uccisa dalla madre.
Ornella Pinto 13/03 Uccisa dal marito che non accettava la fine della relazione.
Lorenza Addolorata Carano
Carolina Bruno
15/03 Uccise dal marito e genero in un contesto di povertà e debiti. L’omicida si è poi impiccato.
Alberta Paola Sturano 22/03 Anziana, uccisa dal figlio con problemi psichiatrici.
Giuseppina Moiso 23/03 Anziana, uccisa dal figlio con problemi psichiatrici.
Licia Iori 08/04 Uccisa dal figlio con problemi psichiatrici.
Rosaria Valovatto
Liliana Heidempergher
11/04 Uccise entrambe da un anziano in una strage che ha visto anche due vittime maschili. Ignoto il movente.
Manuela Fiorucci 12/04 Uccisa dal figlio con problemi psichiatrici.
Barbara Castellani 14/04 Uccisa dall’ex marito (poi suicida). Movente ignoto. Gli inquirenti ipotizzano ragioni economiche.
Laura Amidei 14/04 Malata oncologica grave, uccisa dal marito per non vederla più soffrire.
Anna Petronelli 15/04 Anziana, omicidio-suicidio concordato con il marito (a sua volta suicida).
Elena Raluca Serban 18/04 Uccisa dal fidanzato per futili motivi.
Tina Boero 19/04 Uccisa dal marito dopo una lite. Movente incerto.
Annamaria Ascolese 21/04 Uccisa dal marito al culmine di una lite.
Vincenza Cimitile 26/04 Uccisa dalla sorella con problemi psichiatrici.
Saman Abbas 30/04 Scomparsa, probabilmente uccisa dai familiari, su istigazione della madre, perché voleva vivere all’occidentale.
Emma Pezemo 02/05 Uccisa dal fidanzato per una gravidanza indesiderata.
Ylenia Lombardo 05/05 Uccisa da un conoscente con turbe psichiatriche.
Antonietta Ficuciello 05/05 Anziana, uccisa dal marito, incerto il movente tra la lite e l’incapacità di seguire la moglie malata.
Angela Dargenio 07/05 Uccisa dal marito che non ha retto alla separazione.
Blessing Tunde 12/05 Uccisa dall’ex fidanzato che non ha retto alla separazione.
Lorella Tomei 25/05 Uccisa dal marito con problemi psichiatrici.
Filomena Silvestri 27/05 Uccisa dal figlio malato psichiatrico.
Maria Carmina Fontana 28/05 Uccisa dal marito, convinto che lei lo tradisse.
Teresa Badde Livanage 29/05 Uccisa dal marito che non accettava la separazione.
Alessandra Mollica 29/05 Ragazzina di 14 anni uccisa dalla madre, poi suicida.
Bruna Mariotto 02/06 Uccisa dal suocero, poi suicida, per dissapori di natura economica.
Silvia Guzman 19/06 Uccisa dal marito, convinto che lei lo tradisse.
Chiara Gualzetti 28/06 Uccisa da un coetaneo con problemi psichiatrici con cui non aveva alcuna relazione affettiva.
Ginetta Giolli 03/07 Trovata morta nella propria casa, indagato il marito, ancora da chiarire il movente.
Vincenza Tortora 16/07 Uccisa dal marito, convinto che lei lo tradisse.

scarpette rosse femminicidio

Un’orrida festa ideologica.

In sostanza abbiamo 50 vite di donne perdute. Troppe, anche fosse una sola. Ma pochissime nel cinico conteggio propagandistico femminista. Che infatti, come avrete visto, ci butta dentro di tutto: matricidi a tutto andare, parecchi omicidi commessi da donne a danno di donne (!), qualche anziano che uccide per misericordia o disperazione, un mucchio di casi psichiatrici, il tutto per coprire la verità, che è un pugno di mosche: 16 “femminicidi propriamente detti” (quelli su sfondo rosso), come li definirebbe la Polizia di Stato. Un misero 34% sul totale, uno ogni dodici giorni! E che ci fai con quello che, a tutti gli effetti, a pochi mesi dalla fine dell’anno, è il numero più basso di delitti ascrivibili a quella cosa al momento ancora indefinita che sono i “femminicidi”? Nulla ci puoi fare. Va bene far finta di niente e metterci in mezzo madri figlicide, metti caso che nessuno se ne accorge… tutto fa numero. Ma non è che ci si può inventare i casi di omicidio, non sono mica le chiamate al 1522. Insomma che il versante che fa un cinico business basato sulla propaganda anche dei “femminicidi” è oggettivamente disperato. Cerca di prepararsi come può a una giustificazione sostenibile, qualcosa del tipo: «ah, vedete che alla fine le nostre campagne di sensibilizzazione e le nostre panchine rosse sparse ovunque, alla fine hanno fermato le orribili mani omicide?». Una roba ovviamente irricevibile. Gli omicidi in generale, e in particolare quelli a danno di donne (e ancor più i “femminicidi”) sono stabili o in calo da anni. Nonostante la politica e i media pongano ogni giorno tutte le condizioni necessarie perché aumentino, alimentando un assurdo conflitto tra generi, niente da fare: a parte qualche sbarellato ogni tanto, l’Italia si conferma come il paese con meno “femminicidi” in Europa e forse nel mondo. E a morire di più per morte violenta restano indubbiamente gli uomini, due volte più che le donne.

Ma c’è un’altra spada di Damocle, oltre ai “femminicidi”, sulla testa dell’Antiviolenza Srl. Un pericolo che sovrasta e che lorsignore sanno che le travolgerà. Si tratta del “Dossier sui crimini in Italia”, che il Ministero dell’Interno pubblica ogni 15 d’agosto, con i dati degli ultimi sei mesi dell’anno precedente e i primi sei mesi dell’anno in corso. Come sempre, negli ultimi anni, la Polizia di Stato farà il possibile per torturare le statistiche e fargli dire ciò che piace alle femministe, ma è certo che quest’anno sarà veramente dura riuscire a manipolare a dovere. Per altro il “Dossier” è roba seria, mica come il report “Questo non è amore” che la Polizia diffonde ogni 25 novembre e che di fatto viene redatto da D.I.Re. e dai centri antiviolenza (la Polizia mette il marchio e basta). Nel “Dossier”, che riguarda tutti i reati in Italia, non si può stronzeggiare più di tanto. E quest’anno non ci sarà nemmeno la scusa della pandemia: le violenze “di genere” sono in calo verticale, come ogni anno, esattamente come gli omicidi. Rosa Nostra lo sa (conosce i dati in anticipo) ed è nervosissima per questo. Sa che ci siamo noi pronti a piombare come aquile su quei dati e mostrare la grande bugia, diventata realtà dopo una ripetizione ossessiva di anni. Sicuro sono già pronte e opporre ai dati reali del Viminale quelli finti del 1522 o dei centri antiviolenza, ormai legittimati a dare statistiche quanto un ministero. Ma tutti sanno che è una miserabile finzione, giocata sulle vite delle persone morte e di chi davvero è vittima di violenza, il tutto solo per arraffare ulteriore potere e altro denaro pubblico. Un’orrida festa ideologica che mese dopo mese si avvia al termine. Care madame, al di là dei vostri circoli, non vi crede più nessuno.

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